Alla scoperta di Caltabellotta

Pittorescamente arroccata fra le balze di un rilievo roccioso il “Kratas” gode di un magnifico panorama, Caltabellotta sorge nel sito in cui notevoli reperti attestano l’esistenza di un’antichissima città sicana, probabilmente Camico, la mitica capitale del regno di Cocalo. Scomparsa questa, con l’arrivo dei greci una nuova città sorse a raccoglierne l’eredità: Triokala. Nome che gli fu dato dalle tre virtù di questo luogo l’inespugnabilità, la fertilità, la grande abbondanza di acqua.

Al tempo della II guerra servile (103-99 a.C.) degli schiavi insorti sotto la guida di Trifone, Triokala, fu devastata dai Romani e risorta dopo la distruzione, fu sede vescovile dalla metà del secolo I fino almeno al 787, e centro di vita bizantina. Distrutta dagli Arabi risorse per opera loro nell’originaria acropoli sicana col nome di Kalat-al-Ballut (Rocca delle Querce) e fu in epoca islamica paese di fertili terre, guardato da un solido fortilizio. I Normanni la presero nel 1090, ricostruirono il castello ed edificarono chiese e monasteri, facendo della città un importante luogo fortificato; qui si firmò la celebre pace del 1302 fra Carlo D’Angiò e Federico III d’Aragona, che concluse la prima fase della Guerra del Vespro. Possesso feudale elevato poi alrango di contea nel 1336, Caltabellotta fu da quell’anno stesso signoria dei Perialta, dal 1400 dei conti di Luna, dal 1572 dei Moncada, dal 1713 dei Toledo duchi di Ferrandina, cui appartenne fino all’abolizione della feudalità. Caltabellotta aderisce alle aspre rocce che la custodiscono, in panoramico sito fra i rilievi dei monti Sicani, in un tutt’uno con la roccia, fatta di essa. Ed è in tale compenetrazione di rocce, di case e di strade che si fonda il fascino di questo paese.

Caltabellotta, un paese In cui ancor oggi e possibile percorrendola vivere e apprezzare tutte le storie, i miti e le leggende che questo magnifico e millenario luogo conserva gelosamente, trovando qui in uno straordinario miscuglio e stratificazione casuale le testimonianze di molti millenni si intrecciano fra di loro ,a partire dalle necropoli e nelle grotte e dagli altari sacrificali che furono utilizzati da primo popolo che abito questi luoghi i Sicani,alle testimonianze della greca e poi romana Triokala,in quello che e stata con l’avvento del cristianesimo una delle prime sedi vescovili della Sicilia con San Pellegrino e le sue grotte del bene e del male,del santo e del drago,la chiesa

a lui dedicata e il suo eremo che imponente si erge sulla roccia, la bizantina chiesetta della pietà a l’austera e maestosa cattedrale di stile arabo normanna,hai ruderi del castello normanno che diede protezione alla regina sibilla e al figlio Guglielmo, a quei luogli dove venne firmata la famosa pace di Caltabellotta che diede fine alla guerra del vespro siciliano,per passare poi a quello che fu il quartiere ebraico di una delle più numerose e colte comunità ebraiche in Sicilia del medioevo a quei palazzi signorili delle famiglie che la ebbero sotto il loro dominio per molti secoli, e oggi una di esse diventata museo che ospita le mirabili sculture di Salvatore Rizzuti, a tutte le bellissime

chiese e monumenti che essa conserva nella sua trama urbana a tutto questo si deve aggiungere la bellezza dei panorami che spaziano dal mar mediterraneo a quel entroterra della Sicilia che ancor oggi rappresenta la Sicilia più autentica integra, quella ancora tutta da scoprire, delle natura rigogliosa e ricca di quei sapori e dei saperi che Caltabellotta offre.